Secondo l'opinione di Gustavo Zagrebelsky “Potere e politica si legano perché uno è fine dell’altro." Concordo assolutamente con questa affermazione e, anzi, aggiungerei l'elemento ricchezza, che ben si coniuga di questi tempi con potere e politica.
Potere, onorificenze e ricchezza sono beni non condivisibili. Se li posseggo io, li devo sottrarre a te. Chi li possiede spesso vive in un circolo vizioso, autoreferenziale ed esclusivo. Una specie di istituzione totale, parafrasando Basaglia, il cui unico scopo è preservare se stessa. In questo avvitamento egotico, si perde la coscienza di sé e della realtà. La causa è l' eccessivo compiacimento con cui ci si guarda, connesso con la tendenza a fare di se stessi l'oggetto privilegiato di ogni riflessione. Paradossalmente l'individuo egotico che possiede potere, onori, ricchezza diventa psicologicamente sempre più bipolare, sempre più forte ma al tempo stesso più fragile ed intollerante, perché l' attaccamento a beni non condivisibili genera paura, l'angoscia di una perdita "esclusiva". L'individuo in preda a tale terrore si sente vittima poiché "personali" sono i privilegi e quindi anche le perdite. Non è raro che si originino fobie ( perché solo io ? ), atteggiamenti compulsivi, depressione, vittimismo, arroganza, ribellione, negazione della realtà.
Al contrario esistono beni comuni illimitati, per cui se ne godo io, puoi farlo anche tu. La natura, lo sport, la salute,la meditazione, l'amore, la contemplazione, l'amicizia, la riflessione, la solidarietà sono alcuni fra i beni illimitati, di cui tutti possono fruire in un circolo virtuoso che alimenta invece di depauperare.
L'elemento terzo, dal mio punto di vista, è la consapevolezza , molto diversa dalla furbizia sghemba e predatrice del qui ed ora a cui siamo tristemente abituati. Capovolgere il paradigma capitalistico e imparare a desiderare cio' che è condivisibile e non esclusivo sarebbe un grande passo di civiltà.