GERMANO CELANT: LA NASCITA DI ARTE POVERA
Germano Celant è nato a Genova nel 1940 da una famiglia di origini modeste. Laureatosi in Lettere (contro la volontà del padre, che l’avrebbe voluto ingegnere), alla fine degli anni Sessanta ha dato vita al movimento di Arte povera, coniandone la definizione e raccogliendo a sé un gruppo di artisti italiani del calibro di Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Pino Pascali ed Emilio Prini, esposti nella prima mostra alla Galleria La Bertesca di Genova. “Là un’arte complessa, qui un’arte povera, impegnata con la contingenza, con l’evento, con l’astorico, col presente, con la concezione antropologica, con l’uomo ‘reale’ (Marx), la speranza, diventata sicurezza, di gettare alle ortiche ogni discorso visualmente unico e coerente (la coerenza è un dogma che bisogna infrangere!), l’univocità appartiene all’individuo e non alla ‘sua’ immagine e ai suoi prodotti”, ha scritto
Germano Celant in Appunti per una guerriglia, testo teorico fondamentale stilato nel 1967. “Un nuovo atteggiamento per ripossedere un ‘reale’ dominio del nostro esserci, che conduce l’artista a continui spostamenti dal suo luogo deputato, dal cliché che la società gli ha stampato sul polso.
L’artista da sfruttato diventa guerrigliero, vuole scegliere il luogo del combattimento, possedere i vantaggi della mobilità, sorprendere e colpire, non l’opposto”.
Nasce a Venezia nel 1919 da una famiglia di artigiani-operai, inizia a lavorare da autodidatta fin dagli anni trenta. Nel 1942 aderisce al movimento antinovecentista Corrente.
Antifascista, partecipa tra il 1944 e il 1945 alla Resistenza e nel 1946, a Milano, è tra i firmatari del manifesto “Oltre Guernica”.� Nello stesso anno è tra i fondatori della Nuova Secessione Italiana poi Fronte Nuovo delle Arti.
Comincia ad esporre in mostre personali e collettive sin dagli anni quaranta, ottenendo presto fama internazionale; è del 1951 la mostra a lui dedicata alla Catherine Viviano Gallery di New York.
A partire da quella del 1948, partecipa a svariate edizioni della Biennale di Venezia, manifestazione dove nel 1952 gli viene dedicata una sala personale, nel 1960 riceve il Gran Premio per la pittura e nel 1997 il Leone d’Oro alla carriera.
Nel 1954, alla II Biennale di San Paolo, vince il premio che gli permetterà di trascorrere tre mesi in Brasile, e nel 1956 riceve il Solomon R. Guggenheim Foundation Award for Italy.
Nel 1955 è invitato a Kassel per “documenta 1”, partecipa a “II. documenta”, nel 1964 per “documenta III” presenta l’Absurdes Berliner Tagebuch ’64 e torna ancora a Kassel nel 1982 per “documenta 7”.
Per tutta la vita si dedica con passione alla attività didattica tenendo lezioni in diverse università americane e corsi alla Internationale Sommerakademie für Bildende Kunst di Salisburgo e alla Accademia di Belle Arti di Venezia.