Essa è stata praticata non soltanto da psicoterapeuti, ma, dure critiche sono state mosse a questo proposito, da esperti dei più svariati campi, musicisti, artisti, scrittori, drammaturghi, maestri di scuola, insomma sulla base delle competenze più svariate, restando al di qua o andando al di là della Artepsicoterapia, praticata da uno psicoterapeuta, o meglio ancora da uno psicoterapeuta specialista in Artepsicoterapia.
Essa è stata sostanzialmente priva sia di un impianto teorico compiutamente definito che la legittimasse scientificamente in maniera univoca e soprattutto autonoma, sia di una qualsivoglia istituzionalizzazione che ne precisasse i compiti e gli obiettivi, ne chiarisse le caratteristiche precipue (anche contrastivamente rispetto alle altre scuole psicoterapeutiche) e ne stabilisse i limiti, fissando nel contempo una deontologia professionale.
Molti oggi sono infatti le scuole ed i corsi di scrittura creativa, i laboratori
di pittura e scultura a fini terapeutici o riabilitativi, ed altre iniziative simili; come pure gli psicologi, gli psicoterapeuti e gli psichiatri che adoperano l’arte in forma per così dire ‘ancillare’, ideata come una tecnica fra le altre nell’ambito di una teoria e di una prassi diverse, che nulla hanno a che vedere con l’Artepsicoterapia.
Alcuni psicoterapeuti intendono l’Artepsicoterapia come una teoria ed una prassi psicoterapeutica a tutti gli effetti ed autonoma, sviluppando questa disciplina come una scuola di psicoterapia tout court, curata non da scrittori o pittori o scultori o da psicologi di altre scuole di specializzazione, ma da specialisti in questo particolare tipo di psicoterapia con peculiari fondamenti teoretici e pratici. I soliti problemi dei baroni …( non mi riferisco a Pasanisi ovviamente)
Il problema attuale sta nella mancanza di un Albo degli Arteterapeuti, che i giovani artisti interessati e non,
secondo me, dovrebbero sollecitare…
L’Artepsicoterapia, intesa come una nuova scuola psicoterapeutica è contrassegnata da tre caratteristiche
fondamentali specifiche:
1) l'uso dell'arte e delle sue tecniche come strumento terapeutico;
2) l'approccio integrato, ove opportuno, con il training autogeno (TA) nella sua formulazione classica;
3) la costituzione eclettica, che le permette di attingere, sia sul piano teorico che su quello propriamente terapeutico, a diverse altre scuole, segnatamente alla Psicoanalisi, alla Psicologia analitica, alla Psicologia della Gestalt ed all'Analisi Transazionale (AT). Ne consegue come rilevante corollario che l'Artepsicoterapia cosi intesa si configura fra le cosiddette 'psicologie del profondo' e che integra 'tecniche analitiche' con 'tecniche esperienziali'.
Nella prassi si alternano a 'sedute monotematiche' 'sedute a tema libero: nella prime il 'soggetto tematico' viene proposto dal terapeuta, con l'approvazione del gruppo; nelle sedute a tema libero il 'soggetto' è scelto liberamente dai componenti del gruppo. All'interno di ogni seduta vengono distinte tre fasi: la prima è quella 'creativa', in cui i componenti del gruppo devono creare l'opera nella massima libertà; la seconda fase è 'interpretativa', in cui il gruppo interpreta le opere creative dei singoli componenti del gruppo con la supervisione del terapeuta ed, eventualmente, del coterapeuta; la terza fase è quella 'analitica', in cui si analizzano le dinamiche che si innescano all'interno del gruppo attenendosi ai criteri della psicoterapia analitica di gruppo e delle psicoterapie esperienziali (la Gestalt e lo Psicodramma segnatamente).
L'ART è indicata elettivamente per individui che soffrono per disturbi ansiogeni piuttosto che per la riabilitazione e l'inserimento nel gruppo di minorati: l'inserimento nel gruppo è normalmente preceduto da reattivi di tipo proiettivo, e alla fine si confrontato poi i reattivi d'ingresso e i reattivi finali. Dall'esperienza sul campo, risulta che nel 60 per cento circa dei casi si produce un miglioramento complessivo dell'equilibrio psicofisico ed in particolare una maggiore capacità di socializzazione, maggiore fiducia in se stessi e un consolidamento dell'Io, accertato attraverso reattivi e questionari. Il 40 per cento circa dei casi non riscontra significativi cambiamenti, in alcuni casi per la presenza di problematiche latenti di tipo psicotico o per mancanza di motivazioni adeguate.
Le 'tecniche fondamentali' in Artepsicoterapia sono tre:
1. Psicodramma Creativo (PC)
2. Poiesi-Terapia (PT)
3. Icono-Terapia (IT)
Si possono svolgere in due fasi, una 'attiva' ed una 'ricettiva', ma sempre si conclude con una fase 'rielaborativa'.